Anche la letteratura non poteva restare impermeabile alla rivoluzione avvenuta con i social network.
Nell’ottica di un continuo rinnovarsi della cultura, dall’arte alla letteratura, Pierluigi Vaccaneo insieme a Paolo Costa e Edoardo Montenegro, già direttore della Fondazione Cesare Pavese, hanno fondato TwLetteratura.
Questa comunità di lettori nasce nel gennaio 2012, basata sul presupposto che “La twitteratura non esiste. Esiste invece la possibilità di divulgare grandi contenuti sfruttando le potenzialità di Twitter e della letteratura: immediatezza, rapidità, sintesi.”
Hanno così letto e riscritto su Twitter testi di Cesare Pavese, Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, Alessandro Manzoni, Gianni Rodari e molti altri autori.
Il progetto si basa sulle decisioni della comunità, viene scelto un libro e fissato un calendario di lettura condiviso.
In quel periodo i lettori pubblicano tweet a riguardo che posso essere: riassunti, parodie o parafrasi del racconto; alla fine ciascuno sceglie i tweet che preferisce raccogliendoli in un tweetbook che condivide con la comunità.
Con il tweet #TwPrimi cioè la riscrittura de “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano è stata registrata un’affluenza di 14.575 tweet e 842 autori di tweet originali.
L’idea è nata dal voler riavvicinare le giovani generazioni, attraverso i loro mezzi, a scoprire interessanti ed attuali tematiche della “vecchia” carta stampata.
Fra i vari progetti, paradossalmente, è stato scritto e pubblicato un libro dalla casa editrice Penguin dal titolo “Twitterature” a cura di Alexander Aciman e Emmett Rensin che raccoglie riassunti ironici, ovviamente in 140 caratteri, dei migliori classici del XX secolo, fra cui gli scritti di Kafka, Kerouac, Dostoevsky e Dickens.
Ma è davvero possibile fare letteratura su Twitter oltre che rispolverare vecchi volumi?
Secondo la scrittrice, vincitrice del Premio Pulitzer per la narrativa, Jennifer Egan è possibile.
Ha esplorato la scrittura seriale con “Black Box”, una storia di spionaggio pubblicata su Twitter in segmenti della lunghezza di 140 caratteri in collaborazione con la rivista The New Yorker, la cui storia dopo soli quattro tweet contava già più di 3.000 follower.
ll vero precursore però della letteratura su Twitter è stato Matt Stewart, scrittore poco conosciuto che dopo innumerevoli rifiuti dalle case editrici decise nel 2009 di lanciare, proprio sul sito di microblogging, il suo romanzo “French Revolution”. Il risultato sorprendente di 48mila caratteri distribuiti in circa 3700 tweet e 1000 nuovi follower gli valse la pubblicazione su carta e l’attenzione della critica.
Per fare letteratura in 140 caratteri è fondamentale allora che il racconto abbia una struttura narrativa che si adatti alle potenzialità intrinseche di Twitter; occorre quindi pensare ad un nuovo genere letterario che ricordi i format televisivi seriali costruiti su mini storie autonome e trasversali nello stesso tempo cioè, su sequenze indipendenti e compiute.
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