Per far fronte alle nuove esigenze del mercato le agenzie pubblicitarie, come già introdussi in questo articolo, basano i nuovi spot sulle emozioni, creano pubblicità sempre più efficaci che tendono a far leva sulle emozioni primordiali, come l’attrazione sessuale, la vanità ma anche la paura.
La Yobbo advertising o Shockvertising è appunto quella forma di pubblicità che mira a impressionare con ogni mezzo possibile il pubblico, nella speranza di catturarne l’attenzione e cercando di provocare, offendere o spaventare attraverso vari espedienti come immagini spaventose, oscene o addirittura blasfeme.
Da sempre le campagne pubblicitarie di Benetton, con le controverse fotografie di Oliviero Toscani, come ad esempio “Unhate” o andando un po indietro nel tempo, la campagna di Calvin Klein del 1995, passata alla storia per le accuse sull’utilizzo di immagini al limite della pedopornografia.
Entrambe sono state create con lo scopo preciso di generare scalpore e di conseguenza stimolare il word of mouth; poichè l’importante è sempre e comunque lasciare il segno.
Anche se questi esempi di shocking advertising sono ancora presenti, la tendenza di alcune aziende è puntare su spot puramente horror che rispolverano le nostre paure ataviche attraverso gli archetipi del cinema dell’orrore.
Ne è un chiaro esempio la pubblicità della compagnia ungherese Herbaria, che per presentare la nuova tisana mostra in modo alquanto originale gli effetti calmanti del proprio prodotto usando Pennywise, Leatherface e Grim Reaper, con lo slogan “Annega le tue paure”.
Anche IKEA ha creato, per annunciare le aperture serali degli store, una pubblicità-parodia del cult movie Shining in cui, il piccolo Danny pedalando sul suo triciclo per lo store, incontra la stanza 237, il “Redrum” scritto sulla parete cambiato in “Redrug” e naturalmente le due gemelline Grady che non sono altro che mamma e papà.
Il nuovo spot del gigante inglese Phones4u è stato però portato alla censura dopo che Advertising Standards Authority ha confermato di aver ricevuto 341 reclami da parte degli spettatori in quanto denunciano una non ragionevole inquietudine per ciò che va a reclamizzare.
Anche se lo scandalo che provoca questo tipo di pubblicità, grazie anche ai media che amplificano e favoriscono la critica, è usata sapientemente e quasi esclusivamente per far parlare del proprio brand in cui “sorprendere” sembra essere la parte più significativa del processo, è pur vero che come nell’ultimo caso di Phones4u, o ancor prima con Calvin Klein, c’è il rischio di provocare un notevole calo della propia brand imaging.
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