Negli ultimi mesi si sente spesso il termine “storytelling”, cerchiamo di capirne il motivo e soprattutto l’importanza che assume la narrazione all’interno di una comunicazione, aziendale e non, partendo dal presupposto che noi esseri umani siamo animali narranti.
Una delle pratiche più antiche ed efficaci della comunicazione è da sempre sfruttare la narrazione di storie emozionando chi guarda o chi legge.
Sempre più spesso le grandi e piccole imprese stanno misurando quanto possa aumentare l’engagement, e la propria brand reputation, investire in una comunicazione pubblicitaria che inserisca la propria storia, i propri valori e i dettagli della propria attività in un contesto narrativo coinvolgente e funzionale.
E’ nata così l’esigenza dello Storytelling come nuova frontiera del marketing in cui il “raccontarsi” dell’azienda diventa il modo migliore per stimolare “l’esperienza d’acquisto”.
« Lo storytelling è la creazione di un universo narrativo da parte di un autore (marca, prodotto, o persona) che invita altri (clienti, consumatori, stakeholders) a partecipare a un destino ».
Racconta Andrea Fontana, docente di Storytelling e narrazione d’impresa all’Università di Pavia.
Quando vediamo o ascoltiamo una storia, si ha un incontro tra pensiero narrativo e pensiero logico che ha il potere di farci identificare con i personaggi che guardiamo, fino alla completa immedesimazione dell’utente che si riconosce e sente affinità con il personaggio o nel migliore dei casi con lo stesso brand, con cui condivide un pensiero o un ideale.
Fare storytelling è senza dubbio un arte raffinata, come un’autobiografia aziendale, deve essere semplice senza cadere nella superficialità, così da poter donare valore ad un’esperienza vissuta.
Ne è un esempio il breve cortometraggio realizzato dalla Sammontana che è riuscito ad unire la storia del brand, quella della famiglia ma anche quella dell’Italia stessa, emozionando e facendoci provare empatia per una storia che sentiamo quasi nostra.
Lo storytelling per funzionare deve essere composto da molteplici fattori, i più significativi sono:
La fiducia: le persone devono conoscere il brand in questione anche da attività di marketing passate che abbiano creato una “storia” e che facciano percepire un senso di professionalità e appartenenza.
Le emozioni: la storia ha bisogno di conflitti e risoluzioni, tensione e rilascio affinché vi sia una completa immersione da parte del pubblico che vive le esperienze raccontate in prima persona; così da creare una relazione con il personaggio principale per identificarsi in modo completo nel racconto.
La semplicità: la semplicità è fondamentale per rendere una storia forte e personale in cui le persone applicano una propria morale della favola, ma al tempo stesso familiare affinché l’audience valuti nuove storie con quelle che già conosce; deve essere alla portata di tutti.
La tecnica dello storytelling non è certo banale e sempre più spesso, non a caso, viene applicata anche a campi come la politica, l’imprenditoria e il giornalismo.
La narrazione sta diventando sempre di più un elemento fondamentale perché in un mercato così competitivo l’unicità diventa una virtù a cui non è possibile rinunciare.
Un altro esempio ben riuscito l’ha prodotto Chanel:
Investire tempo e risorse in una comunicazione più personale ed emozionale, come spiegai precedentemente in questo articolo, lascia un segno forte che difficilmente passa inosservato nello spettatore.
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